tag:blogger.com,1999:blog-33472006964880831292024-03-19T02:49:18.495-07:00Non aprite quella tortaLove is in the air, cook is in the eyesJulia Childhttp://www.blogger.com/profile/05405603157794886218noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-3347200696488083129.post-36608534962432195112012-05-21T10:49:00.000-07:002012-05-23T07:05:51.513-07:00In cucina mi rilasso<div style="text-align: justify;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmXKfCXZecB0MSMZ9sDcC0QYDssOFabuLZ3_QBhXH9C_dRmqcd4Hc0yYBHln0Yn5zjw1YVmDElJWUc_NmBQeJnVTeO15zzHDzEFcz9dKZ8c_N1h8smyF-qXBPrez_ezsfeZtR6X4Q5D_A/s1600/coffe+break.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmXKfCXZecB0MSMZ9sDcC0QYDssOFabuLZ3_QBhXH9C_dRmqcd4Hc0yYBHln0Yn5zjw1YVmDElJWUc_NmBQeJnVTeO15zzHDzEFcz9dKZ8c_N1h8smyF-qXBPrez_ezsfeZtR6X4Q5D_A/s320/coffe+break.jpg" width="320" /></a></div>
<i style="text-align: center;"><span style="color: #cc0000; font-size: x-small;"> Caffè espresso e nocciolini di Chivasso</span></i><br />
<i style="text-align: center;"><span style="color: #cc0000; font-size: x-small;"><br /></span></i><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Non avrebbe potuto avere un titolo diverso il mio primo post, dedicato a una passione che mi ha salvata da quella che qualcuno chiamerebbe "crisi di nervi". Perché ai fornelli ho scoperto di starci bene da un anno a questa parte, da quando ho perso il lavoro e pasticciare ha iniziato a darmi sollievo, a rilassarmi, a distrarmi e a portarmi su un angolo di paradiso fatto di pochi ingredienti. Sì, ho detto pasticciare perché, per quanto la cucina, la gastronomia, il food blogging siano diventate un piccolo mondo in cui trovare un attimo di pace, sono i dolci che mi hanno letteralmente addolcito i giorni. Io che in una tazzina di caffè espresso, in barba ai napoletani tradizionalisti, ci metto almeno due cucchiaini di zucchero (di canna). Ecco, cosa c'entra il caffè? Vi chiederete. La risposta è semplice: i soli gesti di affondare lo zucchero nel caffè nero bollente, osservarlo cadere sul fondo e girarlo in senso orario e antiorario - perché così si scioglie meglio, ma pure perché non vorrei mai che qualcuno mi psicanalizzasse per l'uno o per l'altro, verso - mi donano tregua di fronte all'amaro che la vita spesso ha pensato di lasciarmi in bocca. Così, mi dico: aveva ragione la signora Poppins: con un poco di zucchero la pillola va giù. Ma io, che strafaccio sempre, ho modificato la ricetta della felicità: con un etto di zucchero, la pillola va giù. E con quei grammi ho iniziato a pesare, montare le uova, amalgamare ad altri ingredienti, caramellare. E la pillola della crisi è andata giù che è (quasi) una meraviglia. Insieme ai cupcake, ai muffin, alle torte e ai macaron che ho iniziato a preparare. Seguitemi e scoprirete con me quale magico effetto possa avere un dolcino sul nostro umore il lunedì mattina, quando tutti si lamentano che devono lavorare senza il minimo rispetto per chi un lavoro lo vorrebbe e non ce l'ha, nei minuti di nostalgia e tristezza, quando i brutti pensieri si espandono nella mente come i grumi che si formano in una crema fatta male, a colazione, quando gli zuccheri verranno trasformati dalla nostra macchina in energia, alla sera, quando la capacità di affidarsi ai sogni può fare un po' paura.</span></div>
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